Monte Argentario

Rinomato luogo di villeggiatura, si trova all’estremità meridionale della Toscana, nella Maremma Grossetana ed è parte dell’area geografica conosciuta come Costa d’Argento.

Il principale centro abitato è Porto Santo Stefano, sede comunale e capoluogo, situato sulla costa nord-occidentale del comune sparso che comprende l’intero promontorio; sulla costa sud-orientale si trova la frazione di Porto Ercole, di antiche origini.

 

Territorio

« Come è bello questo luogo! In un luogo così bello, anche voi dovete preoccuparvi di avere anime belle! »
(Madre Teresa di Calcutta)

I tomboli che uniscono l’Argentario alla terraferma
Il Monte Argentario è un promontorio che si protende nel Mar Tirreno in corrispondenza delle due isole più meridionali dell’Arcipelago Toscano; l’Isola del Giglio e l’Isola di Giannutri.

Anche l’Argentario nasce come isola, ma nel corso dei secoli l’azione congiunta delle correnti marine e del fiume Albegna ha creato due tomboli, il Tombolo della Giannella ed il Tombolo della Feniglia, che hanno unito l’isola alla terra ferma, formando nel contempo la Laguna di Orbetello.

Il Monte Argentario raggiunge il punto più alto in corrispondenza di Punta Telegrafo (635 m) ed è caratterizzato da un territorio completamente collinare e a tratti impervio, addolcito unicamente dall’opera dell’uomo che ha creato nel tempo delle terrazze dove si coltivano prevalentemente viti e ulivi. La costa, molto frastagliata, comprende cale e spiagge, prevalentemente sassose, di notevole bellezza dal punto di vista naturalistico e fa parte del Santuario dei cetacei istituito nel 1991 come area naturale marina protetta di interesse internazionale. Fanno parte del territorio comunale anche alcuni isolotti, l’Isolotto di Porto Ercole, l’Isola Rossa e l’Isola Argentarola.

Storia

Il promontorio era probabilmente già abitato dagli etruschi, la cui presenza nella Maremma circostante è ampiamente documentata da resti archeologici. La storia di Monte Argentario è tuttavia maggiormente conosciuta allorquando alla guida etrusca dell’Etruria si sostituisce quella romana e l’intera zona entrò a far parte della proprietà personale della famiglia dei Domizi Enobarbi che la ottennero come risarcimento delle somme da loro prestate alla repubblica romana durante la seconda guerra punica, finché Costantino nel IV secolo lo donò alla chiesa romana. Nel medioevo, anche in conseguenza del minor traffico che si svolgeva sulla via Aurelia e del progressivo impaludamento della Maremma, questi luoghi rimasero a lungo poco abitati.

Nel basso medioevo il monte seguì le sorti di Orbetello, passò sotto i possedimenti degli Aldobrandeschi, degli Orsini, di Ladislao re di Napoli e di Siena, per finire poi sotto il dominio degli spagnoli intorno alla metà del Cinquecento. A quest’epoca risalgono le costruzioni e fortificazioni che Filippo II fece erigere per difendere il promontorio e le terre circostanti da eventuali attacchi turchi, facendone il perno difensivo dello Stato dei Presidii e riattivando la vita civile di questi luoghi. Gli Spagnoli, costruirono sul promontorio e lungo l’intera costa tra Talamone e Ansedonia, una serie di fortezze e torri di avvistamento, tra queste, la Fortezza Spagnola a Porto Santo Stefano e Forte Filippo, Forte Stella e la Rocca aldobrandesca a Porto Ercole. La dominazione spagnola durò fino al 1714 e l’Argentario finì sotto il controllo degli austriaci fino al 1738 per poi passare sotto il governo dei Borbone di Napoli fino al periodo napoleonico. Sconfitto Napoleone, nel 1815 i possedimenti spagnoli passarono al Granducato di Toscana fino al 1860, quando furono annessi al Regno d’Italia. Fatto storico fu la sosta di Garibaldi e i Mille il 9 maggio 1860 a Porto Santo Stefano, durante il viaggio di trasferimento da Quarto a Marsala.

Durante l’ultimo conflitto mondiale, Porto Santo Stefano costituiva per i tedeschi una base logistica molto importante, per questo Monte Argentario fu teatro di violenti bombardamenti, i centri abitati furono duramente colpiti dagli alleati subendo la perdita di molti civili. L’episodio venne enfatizzato da Radio Londra,[11][12] come il successo dei prossimi vincitori del conflitto sulla zona che allora costituiva la vera piazzaforte della Wehrmacht in Italia. I bombardamenti fecero di Monte Argentario il secondo comune in Italia più distrutto dalle incursioni aree anglo- americane, dopo Cassino, nella seconda guerra mondiale.

Nel 1971 a Monte Argentario venne isolato per la prima volta il Virus Toscana in alcuni flebotomi.

 

Architetture religiose

  • Chiesa di Sant’Erasmo, situata nel borgo di Porto Ercole, era la chiesa in cui trovavano sepoltura i governanti spagnoli.
  • Chiesa di San Rocco, situata lungo la strada all’ingresso dell’abitato di Porto Ercole, ai piedi della collina sulla quale sorge Forte Filippo.
  • Chiesa di San Paolo della Croce, moderna chiesa novecentesca situata nella parte più recente dell’abitato di Porto Ercole.
  • Chiesa del Corpo di Guardia, oggi sconsacrata. Si trova presso la Porta Senese di Porto Ercole.
  • Chiesa di Santa Croce, antico ospedale provvisto di cappella, situato a monte della Chiesa di Sant’Erasmo, a Porto Ercole.
  • Chiesa di San Sebastiano, edificio religioso oggi sconsacrato situato presso il quartiere di le Grotte, a Porto Ercole.
  • Chiesa di Santo Stefano, costruita dagli Spagnoli a Porto Santo Stefano durante il Seicento, ricostruita nel secondo dopoguerra dopo che l’antica chiesa venne fatta saltare dalle truppe tedesche il 7 giugno 1944. La nuova chiesa fu progettata dagli architetti Mario Paniconi, Giulio Pediconi, Paolo Rossi de Paoli e consacrata il 25 dicembre 1950.
  • Chiesa dell’Immacolata Concezione, edificio parrocchiale di aspetto futuristico del rione del Valle, a Porto Santo Stefano, è stata realizzata tra il 1973 e il 1979 su progetto di Carlo Boccianti, benché la prima pietra fosse già stata benedetta e posizionata il 9 aprile 1961 dal vescovo Paolo Galeazzi. L’inaugurazione è avvenuta il 7 dicembre 1979, nel 2004 è stata oggetto di restauro.
  • Chiesa della Santissima Trinità, situata in località Pozzarello, si tratta di un moderno edificio parrocchiale realizzato tra il 1999 e il 2002 su progetto di Carlo Boccianti. La chiesa è stata consacrata il 22 giugno 2002.
  • Convento della Presentazione al Tempio, in posizione dominante e isolata sulla sponda settentrionale del monte Argentario, lungo la strada che conduce alla vetta di monte Telegrafo, venne edificato in epoca settecentesca e fu la sede dei passionisti. Vi è custodita la Madonna dell’Argentario.
  • Cappella dei Passionisti, cappella settecentesca situata lungo la strada tra il convento ed il noviziato di San Giuseppe.
  • Chiesa e noviziato di San Giuseppe, isolato sul monte Argentario poco oltre il convento dei Passionisti, include il monastero e la chiesa edificati anch’essi nel corso del Settecento. Nella chiesa è custodita la Madonna Addolorata.
  • Cappella della Madonna di Loreto, cappella ottocentesca situata presso la torre della Peschiera di Nassa.

 

Architetture civili

  • Il palazzo dei Governanti a Porto Ercole.
  • Palazzo dei Governanti, edificio in stile rinascimentale costruito nel XVI secolo situato nel centro storico di Porto Ercole: era la residenza dei sovrani spagnoli.
  • Fattoria di Terrarossa, storico complesso rurale del XVII secolo costruito dagli Spagnoli nell’omonima località nella parte nord-orientale del promontorio. È sede di un complesso alberghiero.
  • Villa Italiesin, costruita a Poggio Pertuso di Porto Ercole nel 1960 su progetto di Christian Norberg-Schulz.
  • Villa Valdroni, costruita a Poggio Petuso di Porto Ercole tra il 1968 e il 1970 su progetto di Oreste Martelli Castaldi.
  • Villa Ricci, in località Cala Piccola a Porto Ercole, realizzata su progetto dell’architetto Julio Garcia Lafuente nel 1977.
  • Villa Rebecchini, in località Casacce a Porto Ercole, realizzata su progetto dell’architetto Julio Garcia Lafuente nel 1977.
  • Villa La Giocondiana, chiamata Villa Viti, costruita a Porto Santo Stefano negli anni venti del XX secolo dall’architetto Giovanni Maria Viti, una tra le poche residenze d’epoca rimaste indenni ai bombardamenti del 1944.

Architetture militari

  • Polveriera di Monte Argentario, costruita nel tardo Settecento, era adibita a deposito di munizioni; comprende il coevo annesso che ospitava la guarnigione.
  • Faro di Porto Ercole, fatto edificare nel 1862 dalla Regia Marina su un bastione della Rocca.
  • Faro di Lividonia, fatto edificare nel 1883 dalla Regia Marina sull’omonima punta nord-occidentale del promontorio.
  • Siluripedio, struttura militare costruita a Porto Santo Stefano nel 1943 dal Silurificio Moto Fides S.A. di Livorno, filiale della Whitehead Sistemi Subacquei, per la sperimentazione, la messa a punto e il collaudo dei siluri in mare. Distrutta dai bombardamenti alleati lo stesso anno, non entrò mai in funzione. I resti delle colonne portanti sono diventate degli interessanti reperti di archeologia industriale, si trovano ancora in mare nei pressi dell’omonima località.

 

Cinte murarie

  • Mura di Porto Ercole, costituiscono il sistema difensivo di Porto Ercole, con la Porta Senese ad arco Gotico che si apre sul lato orientale consentendo l’accesso al borgo. Sono rafforzate dal Bastione di Santa Barbara e dalla sovrastante Rocca aldobrandesca.

Fortificazioni, torri costiere e fari

  • La Rocca di Porto Ercole.
  • Porto Santo Stefano, la Fortezza Spagnola.
  • La torre di Santa Liberata all’inizio del XX secolo.
  • Fortezza Spagnola (Porto Santo Stefano)
  • Torre della Peschiera di Nassa
  • Torre di Santa Liberata
  • Torre del Calvello
  • Forte Pozzarello
  • Torre dell’Argentiera
  • Torre di Lividonia
  • Faro di Lividonia
  • Torre della Cacciarella
  • Torre di Poggio Natalino
  • Torre di Cala Grande
  • Semaforo dei Ronconali
  • Torre di Cala Moresca
  • Torre di Cala Piccola
  • Torre di Capo d’Uomo
  • Torre della Maddalena
  • Torre delle Cannelle
  • Torre Ciana
  • Torre Avvoltore
  • Torre dell’Acqua
  • Forte Stella (Porto Ercole)
  • Rocca aldobrandesca (Porto Ercole)
  • Faro di Porto Ercole
  • Forte Santa Caterina (Porto Ercole)
  • Forte Filippo (Porto Ercole)
  • Torre del Mulinaccio (Porto Ercole)

Altro

  • Monumento ai caduti delle due guerre mondiali a Porto Santo Stefano.
  • Croce monumentale, costruita nel 1934 per volere dei frati passionisti e della popolazione, fu distrutta dai bombardamenti alleati nel 1944 e ricostruita nello stesso punto e sullo stesso basamento nel 1948. Si trova sulla strada che dal convento della Presentazione al Tempio porta a Punta Telegrafo ed è un punto di riferimento panoramico e storico di Monte Argentario.
  • Monumento ai caduti delle due guerre mondiali, posto in via della Vittoria a Porto Santo Stefano, realizzato nel 1964, dallo scultore Goffredo Verginelli[35], su progetto di Giovanni Maria Viti, poeta, giornalista, scultore, pittore, nonché arguto osservatore delle tradizioni marinaresche del promontorio[36]. Il monumento sorge al posto di un altro che commemorava i caduti della prima guerra mondiale: si trattava di un soldato di marmo bianco, realizzato nel 1922 e distrutto dai bombardamenti del 1943.
  • Monumento ai caduti del mare, situato sul lungomare dei Navigatori a Porto Santo Stefano, è stato realizzato dallo scultore Egidio Ambrosetti nel 1999 ed è composto da una monumentale scultura bronzea dal titolo tromba marina.
  • Monumento alla memoria dei caduti civili sotto i bombardamenti del 1943, posizionato sul lungomare dei Navigatori di Porto Santo Stefano, è composto da una bomba d’aereo disattivata e due steli con i nomi dei caduti. È stato posizionato accanto ad un altro già presente, dedicato alla Protezione civile.
    Statua del Cristo Redentore, ubicata nei fondali di Cala Grande, è stata inaugurata nel 1990 e restaurata nel 2014. È una frequentata meta di pellegrinaggio subacqueo.
  • Monumento ai Caduti della Grande Guerra e ai dispersi in mare di Porto Ercole. Si trova in piazza Roma, è un insieme di elementi lapidei che culmina in alto con la statua di un soldato in marmo bianco. Sul fronte del monumento si trovano le lastre commemorative con i nomi dei Caduti e Dispersi in terra e per mare.
  • Monumento a Caravaggio, posto all’entrata di Porto Ercole, è stato realizzato nel 2002 dall’architetto Giuseppe La Fauci, uno degli autori del ritrovamento dei resti ossei dell’artista nella località.[43]

Siti archeologici

Le grotte carsiche

L’isola Argentarola, sede della grotta grande.
L’intero promontorio è composto da mucchi di detriti calcarei che con il tempo hanno subito un’erosione di tipo carsico e marino, formando numerose grotte con presenza di stalattiti, stalagmiti, laghetti sotterranei, gallerie e cunicoli che furono abitati in epoca neolitica. Si possono considerare di notevole interesse storico le seguenti:

  • Grotta grande dell’Argentarola, grotta sottomarina situata nell’isolotto dell’Argentarola, sito rilevante nell’ambito delle ricerche condotte per lo studio del clima ed in particolare dei cambiamenti che si sono verificati nel passato cui sono correlati abbassamenti ed innalzamenti del livello del mare.
  • Grotta dei Santi, nell’omonima cala, si apre nella costa sud-orientale dell’Argentario ed è caratterizzata dalla presenza di reperti preistorici oggetto di studi fin dagli anni cinquanta del XIX secolo. È sede permanente di una campagna di scavo alla quale partecipano studiosi dell’Università di Pisa, di Siena e dell’Università di San Paolo del Brasile.
  • Grotta degli Stretti (del Granduca) o Grotta di Punta degli Stretti, posta lungo la strada provinciale 161 che da Orbetello conduce a Porto Santo Stefano, scoperta nel 1842 è caratterizzata dalla presenza di laghi interni con numerose sale e gallerie, mete di frequenti escursioni. In essa sono stati ritrovati resti di ossa e utensili di età neolitica.
    Da citare inoltre la Grotta del Turco, lungo la costa della Cacciarella, la Grotta Azzurra, presso Punta Avoltore, la Grotta di Nonna Vittoria, situata a Punta della Riccia e la Grotta della Polveriera di Poggio Mortaio,[49] dove è stata rinvenuta una spiaggia Tirreniana.

Reperti romani, Bagni di Domiziano

Nei pressi di Santa Liberata, in località Villa Domizia, si trovano i resti di una villa Romana risalente al I sec. a.C. edificata dai Domizi Enobarbi, famiglia dell’imperatore Nerone. La villa era dotata di una peschiera per l’allevamento del pesce, le cosiddette cetariae, con un complesso sistema di cisterne, gallerie, serbatoi, piscine termali e strutture portuali. Un portolano del III sec. d.C. (Itinerarium maritimum, dall’Itinerarium Antonini) ricorda che il luogo era segnalato col nome di Domitiana positio, in un elenco di approdi e porti risalente all’età imperiale[52]. Nel 1572 sopra i ruderi romani fu costruita la torre di Santa Liberata che nella parte superiore fu distrutta dai tedeschi nel 1944 durante la seconda guerra mondiale. Per la presenza dei Domizi Enobarbi, Monte Argentario è stato, nel corso dei secoli, sede di numerosi ritrovamenti di materiale storico: laterizi, ceramiche di impasto, cinte murarie e strade romane.

La sfinge dell’Argentario

Si tratta di opere pre-etrusche scoperte nel 1955 presso Punta Ciana, nell’estremo settore meridionale dell’Argentario. Le ricerche portarono alla luce un’enorme roccia alta una decina di metri con i lineamenti del volto distintamente abbozzati e il classico copricapo egizio, ritenuta legata alla figura del dio Thot. I ritrovamenti, ritenuti importanti dagli esperti del settore, furono opera di Costantino Cattoi ex colonnello della Regia Aeronautica, collaboratore di Gabriele D’Annunzio e stimato amico di Italo Balbo. Lo studioso entrò in contatto con alcuni esperti di fama internazionale come l’antropologo statunitense George Hunt Williamson, l’esoterico peruviano Daniel Ruzo e il francese Denis Saurat, che pur lavorando in modo autonomo, giunsero alle medesime conclusioni, collegando le sculture rupestri italiane, alle simili scoperte a Marcahuasi in Perù, rafforzando la loro convinzione sull’esistenza di un legame tra il promontorio dell’Argentario, quale parte superstite della favolosa Atlantide, e il lontano Perù, sfidando l’establishment religioso e culturale tacitamente accettato da tutti.

« Costantin dall’ala occhiuta »
(Gabriele D’Annunzio riferendosi a Costantino Cattoi.)

Aree naturali

  • Isolotto di Porto Ercole e Argentarola;
  • Laguna di Orbetello;
  • Santuario dei cetacei;
  • Giardino della Casa Bianca di Porto Ercole, detto anche Giardino Ricasoli, fondato nel 1868 da Vincenzo Ricasoli. Costituisce uno dei primi giardini di acclimatazione in Italia, il primo in Toscana. Si trova su un ripido pendio con terrazzamenti nei pressi della Casa Bianca appartenente al Marchese Alessandro Corsini. Ospita una collezione di 1300 esemplari appartenenti a 150 specie provenienti in gran parte da Medio Oriente, Asia e America. Già otto anni dopo il suo impianto, erano state messe a dimora 536 specie e nel 1886 si contavano oltre 1800 esemplari. Era un tempo meta di studiosi di tutto il mondo per la varietà della sua collezione, in modo particolare per due Nannorrhops ritchiana, un tipo di palma originaria dell’Afghanistan che, caso unico in Italia e forse in Europa, fruttificano regolarmente.